All’udienza generale del 14 ottobre 2020 il Papa dedica la sua catechesi al Libro dei Salmi, il libro che insegna a pregare.
Nei salmi, sottolinea Francesco, “il credente trova una risposta”.
Chi prega – ricorda il Papa – non è un illuso: sa che tante questioni della vita di quaggiù rimangono insolute, senza via d’uscita; la sofferenza ci accompagnerà e, superata una battaglia, ce ne saranno altre che ci attendono. Però, se siamo ascoltati, tutto diventa più sopportabile”.
La cosa peggiore che può capitare è soffrire nell’abbandono, senza essere ricordati.
Da questo ci salva la preghiera.
Perché può succedere, e anche spesso, di non capire i disegni di Dio. Ma le nostre grida non ristagnano quaggiù: salgono fino a Lui che ha cuore di Padre, e che piange Lui stesso per ogni figlio e figlia che soffre e che muore.
Io vi dirò una cosa: a me fa bene, nei momenti brutti, pensare ai pianti di Gesù, quando pianse guardando Gerusalemme, quando pianse davanti alla tomba di Lazzaro.
Dio ha pianto per me, Dio piange, piange per i nostri dolori.
Nella catechesi dell’udienza generale del 21 ottobre 2020, il Pontefice conclude la riflessione sui Salmi sottolineando che il Salterio ci insegna ad invocare Dio per noi, ma anche per i fratelli e per il mondo.
Ad attirare l’attenzione del Santo Padre, durante la catechesi, è in particolare il pianto di un bambino. “È la voce – afferma il Papa – che attira la tenerezza di Dio” su di noi e con noi.
“Quando il vero spirito della preghiera è accolto con sincerità e scende nel cuore – sottolinea Francesco – allora essa ci fa contemplare la realtà con gli occhi stessi di Dio”.
Quando si prega, ogni cosa acquista “spessore”.
Questo è curioso nella preghiera, forse incominciamo in una cosa sottile ma nella preghiera quella cosa acquista spessore, acquista peso, come se Dio la prende in mano e la trasforma.
Il peggior servizio che si possa rendere, a Dio e anche all’uomo, è di pregare stancamente, in maniera abitudinaria. Pregare come i pappagalli.
No, si prega con il cuore. La preghiera è il centro della vita. Se c’è la preghiera, anche il fratello, la sorella, anche il nemico, diventa importante.