Nella catechesi del 2 dicembre 2020 Francesco si sofferma su una dimensione essenziale della preghiera: la benedizione.

“Nei racconti della creazione – ricorda il Pontefice – Dio continuamente benedice la vita, sempre. Benedice gli animali, benedice l’uomo e la donna, infine benedice il sabato, giorno del riposo e del godimento di tutta la creazione. È Dio che benedice”. Francesco esorta a non maledire, ma a benedire.

“Non possiamo solo benedire – afferma il Papa – questo Dio che ci benedice, dobbiamo benedire tutto in Lui, tutta la gente, benedire Dio e benedire i fratelli, benedire il mondo: questa è la radice della mitezza cristiana, la capacità di sentirsi benedetti e la capacità di benedire”.

Questo mondo ha bisogno di benedizione e noi possiamo dare la benedizione e ricevere la benedizione.

Il Padre ci ama. E a noi resta solo la gioia di benedirlo e la gioia di ringraziarlo, e di imparare da Lui a non maledire, ma benedire.

E qui soltanto una parola per la gente che è abituata a maledire, la gente che sempre ha in bocca, anche in cuore, una parola brutta, una maledizione. Ognuno di noi può pensare: io ho questa abitudine di maledire così? E chiedere al Signore la grazia di cambiare questa abitudine perché noi abbiamo un cuore benedetto e da un cuore benedetto non può uscire la maledizione.

Che il Signore ci insegni a mai maledire ma a benedire.