Il 13 maggio del 2020 il Papa riflette sulle caratteristiche della preghiera cristiana.
“La preghiera del cristiano – ricorda il Pontefice durante la catechesi – entra in relazione con il Dio dal volto tenerissimo, che non vuole incutere alcuna paura agli uomini”. “Dio è l’amico, l’alleato, lo sposo. Nella preghiera si può stabilire un rapporto di confidenza con Lui”.
La preghiera – sottolinea il Papa – appartiene a tutti e “nasce nel segreto di noi stessi, in quel luogo interiore che spesso gli autori spirituali chiamano cuore”.
La preghiera è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi: qualcosa che nasce nell’intimo della nostra persona e si protende, perché avverte la nostalgia di un incontro. Quella nostalgia che è più di un bisogno, più di una necessità: è una strada.
La preghiera è la voce di un “io” che brancola, che procede a tentoni, in cerca di un “Tu”.
L’incontro tra l’“io” e il “Tu” non si può fare con le calcolatrici: è un incontro umano e tante volte si procede a tentoni per trovare il “Tu” che il mio “io” sta cercando.
Fonte Vatican News