All’udienza generale dell’12 maggio 2021 le parole del Papa risuonano, tra volti di pellegrini di vari Paesi del mondo, dal Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico. “Sono contento di riprendere questo incontro faccia a faccia, perché vi dico una cosa: non è bello parlare davanti al niente, a una telecamera”.

Rivolgendosi a fedeli e pellegrini si sofferma sul combattimento della preghieraParlando a braccio, torna ad un episodio accaduto in Argentina.

Ricorda la vicenda di una famiglia. Ad un padre viene comunicato che la figlia è gravemente malata a causa di una infezione. Per i medici non potrà superare la notte. Quell’uomo, piangendo, lascia la moglie e la figlia all’ospedale. Sale su un treno e raggiunge la Basilica di Luján dove trascorre la notte in preghiera. Una volta tornato a casa, gli viene detto che la figlia inspiegabilmente è guarita.

“La Madonna lo ha ascoltato”. “La preghiera – sottolinea il Papa ricordando questo episodio – fa dei miracoli“.

“Sempre – aggiunge il Pontefice – occorre il combattimento nella preghiera per chiedere la grazia”.

La preghiera è un combattimento e il Signore sempre è con noi. Se in un momento di cecità non riusciamo a scorgere la sua presenza, ci riusciremo in futuro.

Capiterà anche a noi di ripetere la stessa frase che disse un giorno il patriarca Giacobbe: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo» (Gen 28,16).

Alla fine della nostra vita, volgendo all’indietro lo sguardo, anche noi potremo dire: “Pensavo di essere solo, ma no, non lo ero: Gesù era con me”. Tutti potremo dire questo.