All’udienza generale del 19 maggio 2021 il Papa riflette sull’esperienza vissuta della preghiera.
E ricorda “alcune difficoltà molto comuni“. Si sofferma in particolare su distrazione, aridità e accidia.
“Pregare – afferma – non è facile: ci sono tante difficoltà che vengono nella preghiera. Bisogna conoscerle, individuarle e superarle”. “Si deve imparare a camminare sempre”. “Il vero progresso della vita spirituale – sottolinea – non consiste nel moltiplicare le estasi, ma nell’essere capaci di perseverare in tempi difficili“.
Papa Francesco esorta anche a rivolgere al Padre la preghiera del “perché“, come fa un bambino col suo papà.
Non dimenticare la preghiera del “perché?”: è la preghiera che fanno i bambini quando incominciano a non capire le cose e gli psicologi la chiamano “l’età dei perché”, perché il bambino domanda al papà: “Papà, perché …? Papà, perché …? Papà, perché …?”.
Ma stiamo attenti: il bambino non ascolta la risposta del papà. Il papà incomincia a rispondere e il bambino arriva con un altro perché. Soltanto vuole attirare su di sé lo sguardo del papà; e quando noi ci arrabbiamo un po’ con Dio e incominciamo a dire dei perché, stiamo attirando il cuore di nostro Padre verso la nostra miseria, verso la nostra difficoltà, verso la nostra vita.