Qual è il rapporto tra la devozione al Cuore di Gesù e la Divina Misericordia?

Ricordiamo i dieci lebbrosi che, secondo il Vangelo di Luca, incontrano Gesù e gridano: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!» (Lc 17,13). Questi uomini, rifiutati da tutti, malati, disperati, gridano il nome di Gesù, «Yeshua», che significa «Dio salva». Questo grido è anche una preghiera, che l’Oriente cristiano chiama “la preghiera di Gesù”, e che va ripetuta all’infinito: «Gesù, abbi pietà di noi» «Kyrie eleison», affinché il nostro cuore si riempia della Sua presenza.

Gesù, di fronte al loro appello, seguendo la Legge di Mosè (Libro del Levitico), chiede loro di andare dai sacerdoti perché possano vedere la loro guarigione. Immaginate questi sfortunati lebbrosi, non ancora guariti, che si mettono in viaggio, confidando solo nella sua parola. La storia ci dice che durante il cammino furono purificati. Sperimentano la misericordia di Dio, la Divina Misericordia.

Uno di loro, vedendo che era stato guarito, invece di continuare il suo cammino e tornare a casa, si voltò indietro per prostrarsi profondamente ai piedi di Gesù e rendere gloria a Dio. Quest’uomo, questo straniero, rifiutato da tutti, che ha sperimentato la misericordia di Dio, ha riconosciuto la sorgente di questa misericordia, il Cuore di Gesù. Tutti sono stati guariti, ma solo lui, che ha riconosciuto sorgente del Cuore di Gesù ed è venuto a prostrarsi e a ringraziare Dio, è stato salvato: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!» (Lc 17,19)

Frédéric Fornos SJ

Immagine: Santo Claude La Colombière SJ

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